Prati Magri (Festuco-Brometalia)
I prati magri sono ambienti seminaturali di elevato valore naturalistico: sono infatti estremamente ricchi di specie vegetali termofile, cioè che richiedono temperature miti, e che talvolta esprimono condizioni di aridità, legate ad un substrato di tipo calcareo. Fra le molte specie che compaiono in questi ambienti spiccano diverse Orchidee.
Alla ricchezza floristica (cioè all'elevato numero di specie vegetali presenti) corrisponde un rilevante significato faunistico, soprattutto per quanto riguarda I'Entomofauna (gli Insetti). Particolarmente attrattive sono alcune Farfalle che qui trovano il loro habitat ottimale. La conservazione di questi ambienti è strettamente dipendente dalle modalità di gestione.
In Lombardia i prati magri sono presenti solo sui rilievi calcarei nelle esposizioni più favorevoli, e quindi le presenze all ' interno del Parco di Montevecchia e Valle del Curone sono fra le più meridionali ed a bassa quota. Questi ambienti sono diffusi anche sui primi rilievi prealpini (Grigne, Resegone, Corni di Calzo, Monte Barro). A quote più alte, con differente partecipazione di specie, queste forme di vegetazione costituiscono "praterie primarie": sono stabili e non tendono a trasformarsi evolvendosi verso il bosco. Alle quote inferiori questi ambienti occupano invece gli spazi che l'uomo ha strappato in un lontano passato al bosco termofilo, dominato dalla roverella, per consentire la coltivazione dei terreni o la pratica del pascolo.
La cessazione dell'attività agricola, divenuta ormai scarsamente conveniente in luoghi poco accessibili, con morfologie sfavorevoli e con penuria d'acqua, riavvia la trasformazione verso il bosco, con la celere scomparsa di molte specie di notevole importanza naturalistica, la cui presenza è proprio legata alla periodica pratica dello sfalcio.
L'habitat dei prati magri nel Parco
Lo si ritrova sui versanti esposti a sud ed intensamente terrazzati delle parti sommitali del colle di Montevecchia e della Valle Santa Croce, ma le superfici più interessanti si osservano su una trentina di ettari nei comuni di Perego e Rovagnate, in un angolo di notevole fascino paesaggistico. Qui i terrazzi (detti ronchi) sono stati intensamente e faticosamente coltivati fino agli anni '50, con vigneti, ortaggi ed anche cereali. Le profonde trasformazioni economiche hanno portato al loro abbandono quasi totale, così come è anche stato per gli antichi nuclei rurali delle Cascine Galbusera Bianca e Galbusera Nera.
Il bosco ha così avviato la riconquista dei terreni abbandonati, con l'ingresso prima delle specie arbustive (sanguinello, prugnolo spinoso, rovo) e quindi degli alberi (carpino nero, orniello, roverella, ciliegio).
Specie vegetali ed animali
L'articolazione delle superfici fra i prati residui, gli incolti, gli spazi arbustivi, il bosco, con la definizione di situazioni di transizione fra ambienti diversi, ha creato condizioni ideali per alcune specie di uccelli considerate rare (Averla piccola, Sterpazzola, Zigolo nero, Occhio-cotto), a rischio di scomparsa nel nostro territorio.
Nei prati ancora presenti e sulle scarpate fra i vigneti le specie vegetali più diffuse ed importanti per la "costruzione" dell'habitat sono alcune Graminacee. Ma le specie che più richiamano l'attenzione sono le Orchidee dai colori delicati o sgargianti.
I prati magri sono inoltre I'habitat privilegiato e talvolta esclusivo per alcune specie di Insetti.
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