In basso al Trecate c’è
la Fontana di San Carlo che assume tuttora
la sagoma di uno zoccolo di cavallo che si va ingrandendo di anno in
anno
sempre di più.
Secondo la leggenda questa
sorgente risale ad un fatto attribuito
a San Carlo che, trovandosi a passare in questi luoghi in tempo di
grande
siccità,
non sapendo come dissetare il proprio cavallo, l’aveva incitato a
battere
fortemente uno zoccolo per terra. Improvvisamente ne era nata una
sorgente.
Per fare il bucato le donne
dovevano scendere alla fontana
attraverso il bosco ogni lunedì.
Lì accendevano un fuoco
per riscaldare l’acqua.
Allora i detersivi non
esistevano,pertanto si usavano il sapone
per pulire e la cenere per
sbiancare.
Le donne strofinavano i panni
su un asse di legno ( brièla ), poi li
risciacquavano e li
strizzavano.
La Fontana di San Carlo era
riservata alla frazione del Trecate e
se qualcuno di un’altra frazione si avvicinava, iniziavano litigi.
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Spazzola ruvida (la spasséta): serviva per il bucato,
soprattutto per i panni più consumati.
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