Le aree vulnerabili ai nitrati
L'unione europea, con l'approvazione della Direttiva Nitrati n. 676/1991 ha fissato le basi e le regole per ridurre e prevenire l'inquinamento delle acque e del suolo da parte dei nitrati di origine agricola. L'Italia, e di conseguenza la Regione Lombardia, hanno emanato i provvedimenti di carattere locale per applicare le norme comunitarie.
I comuni del Parco di Montevecchia e Valle del Curone che ricadono (in toto o in parte?) in zone che la Regione Lombardia ha identificato come Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola (ZVN) sono i seguenti:
- Cernusco Lombardone
- Lomagna
- Merate
- Montevecchia
- Osnago
Si tratta di aree geografiche in cui la concentrazione di nitrati supera, o può superare in presenza di condizioni di vulnerabilità, i 50 mg/l nelle acque dolci superficiali o sotterranee e pertanto soggette ai contenuti della Direttiva "Nitrati".
Nei Comuni ricadenti in ZVN il quantitativo di azoto al campo di origine zootecnica da distribuire sul terreno non deve superare i 170 kg/ha.
Le aziende che operano in queste zone devono di conseguenza adottare i criteri obbligatori di gestione dei fertilizzanti azotati.
SOGGETTI INTERESSATI DALL'APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA NITRATI
Nelle zone vulnerabili ai nitrati le uniche aziende che non sono assoggettati ai vincoli dettati dalla normativa sono quelle con le seguenti caratteristiche:
- le aziende agricole zootecniche con un refluo azotato da distribuire sul terreno inferiore a 1.000 kg/anno.
- le aziende agricole non zootecniche che utilizzano un quantitativo di azoto da distribuire sul terreno inferiore a 3.000 kg/anno.
Tuttavia queste aziende devono, in ogni caso, essere dotate di idonee strutture di stoccaggio dei reflui zootecnici e rispettare il calendario regionale e le regole di Buona pratica agricola per la distribuzione dei fertilizzanti sul terreno, avendo cura di conservare fatture, documenti (anche mediante autocertificazione) comprovanti la gestione dei propri effluenti.
Riassumendo possiamo affermare che nelle zone vulnerabili ai nitrati, ad eccezione delle due casistiche sopra riportate, sono tenute all'applicazione della Direttiva Nitrati tutte le aziende (zootecniche e non zootecniche), che hanno l'obbligo di comunicare il POA "Programma Operativo Aziendale" al Sindaco del Comune in cui ricade il centro operativo dell'azienda.
QUANDO E COME CONCIMARE
La concimazione è una pratica necessaria ed indispensabile, senza la quale le piante agrarie non avrebbero nutrimento a sufficienza per il loro ciclo vitale.
Occorre però sapere la giusta quantità di fertilizzante da somministrare alle piante ed il momento più opportuno per la distribuzione in campo, al fine di non disperdere nell'ambiente le sostanze nutritive, risparmiando allo stesso tempo risorse economiche e quantità di concime.
Oltre al suolo ed al trattamento agronomico dei reflui, il fattore "climatico" e gli andamenti meteorici rappresentano uno dei parametri in grado di influenzare il rilascio di composti azotati nelle falde da cui preleviamo l'acqua potabile.
Nella pianura lombarda sono essenzialmente due i periodi climatici problematici ed "a rischio" per una corretta concimazione.
Tali periodi corrispondono all'autunno - inverno (fine ottobre e novembre) e inverno - primavera (febbraio), durante i quali hanno rispettivamente termine e inizio la gran parte delle pratiche di distribuzione di effluenti di allevamento.
Con il Decreto n° 14035 del 21/11/2007 (vedi decreto in allegato) la Regione Lombardia ha stabilito il divieto di spandimento degli effluenti zootecnici, dei concimi azotati e degli ammendanti organici dal primo novembre alla fine di febbraio.
Ovviamente concimare in modo corretto non dipende solo dal calendario e dalle condizioni meteorologiche, ma anche dai luoghi in cui si andrà a distribuire il fertilizzante, dalle coltivazioni presenti e/o previste, dal modello di rotazione colturale applicata, dalle tecniche e dai macchinari di spandimento e dalla quantità di sostanze distribuite.
Una gestione errata della concimazione può provocare diverse problematiche:
- dispersione nei corsi d'acqua (convogliamento)
- dispersione nella falda freatica (dilavamento)
- dispersione in atmosfera (volatilizzazione)
Questi tre fenomeni sono legati a ben precisi momenti stagionali e non limitati al solo inverno, che abbiamo detto essere la stagione più delicata.
LE NORME PER L'ACCUMULO IN CAMPO
Secondo il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006 esistono precisi vincoli ambientali circa l'accumulo in campo di letami e lettiere di avicunicoli.
In particolare per il letame bovino, bufalino, ovicaprino ed equino l'accumulo in campo è ammesso solo dopo uno stoccaggio in platea di 90 giorni.
L'accumulo in campo in zona vulnerabile ai nitrati non può durare più di tre mesi.
La distanza di accumulo non è ammessa a meno di:
- 5 metri dalle scoline
- 30 metri dalle sponde dei corsi d'acqua superficiali
- Riferimenti
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www.ersaf.lombardia.it
www.agricoltura.regione.lombardia.it
Decreto Regione Lombardia N.14035 del 21/11/2007
Nitrati e fertilizzazione
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